Les Sylphides

Les Sylphides

Les Sylphides è uno dei balletti romantici per eccellenza. La coreografia originale è di Michail Fokine su musiche di Fryderyk Chopin orchestrate da Alexander Glazunov. Glazunov nel 1892 aveva già arrangiato parte della musica, presentata al pubblico nel dicembre 1893 sotto forma di suite orchestrale col titolo Chopiniana.

Il balletto viene spesso descritto come un “sogno romantico” tanto da  venire considerato come il primo balletto ad essere veramente tale. Les Sylphides non ha una trama, né segue una storia, ma prevede solo la danza sotto la luna, in un’atmosfera molto poetica, da sogno, tra un gruppo di silfidi  e un giovane poeta sognatore in pantaloni bianchi e abito nero. Fokine volle rendere omaggio al sentimento ispiratore dei balletti del primo romanticismo, l’era di Maria Taglioni e di Théophile Gautier perché, a suo avviso, in essa la danza classica era stata veramente espressione di un intento artistico, di un moto dell’anima, e non solo sfoggio atletico e virtuosismo tecnico fine a se stesso.

Il balletto Les Sylphides fu presentato per la prima volta al Théâtre du Châtelet di Parigi il 2 giugno 1909 dalla compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djagilev. Questa è la prima esecuzione più famosa, che vedeva come solisti Tamara Karsavina, Vaslav Nijinsky nel ruolo del giovane poeta sognatore, Anna Pavlova e Alexandra Baldina. Fokine, negli anni successivi, allestì il balletto anche per altre compagnie, danzando per alcuni anni egli stesso con la moglie nei ruoli principali.

La scenografia
Scenografia per Les Sylphides di Léon Bakst

TRAMA

Come già detto, il balletto non ha una trama ben precisa. Il Poeta, sogna di essere di notte tra incantevoli  figure femminili, le eteree Silfidi, tutte vestite in tutu romantico completato da una coroncina di fiori bianchi nell’acconciatura e due delicate ali sulla schiena. Il paesaggio è illuminato da un’enorme luna piena. Su un lato sono poste le rovine di un antico monastero, sull’altro un gruppo di alberi spogli. Al centro, dal buio, emerge appena il profilo di una tomba. La danza eterea e continua delle creature di sogno dà l’idea di una visione a tratti gioiosa, a volte estatica, quasi sempre intensamente triste e spirituale. La composizione, nel modo del balletto romantico, è un cosiddetto “atto bianco”, costituito da quattro variazioni e un pas de deux, introdotti e chiusi da due pezzi d’assieme. Il corpo di ballo, anche quando non danza, fa da corona alle variazioni e al pas de deux e li lega fra loro con una serie di gruppi plastici di stile romantico.

Les Sylphides
Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev provano Les Sylphides

Sul Valzer in Do diesis minore di Chopin, appositamente orchestrato da Glazunov, Fokine coreografò il pas de deux del balletto ballato da Anna Pavlova, che Léon Bakst aveva disegnato ispirandosi alle stampe d’epoca romantica. Mikhael Oboukhov, il partner di Pavlova, indossava un costume di velluto nero, di spirito romantico, tratto dalla produzione del balletto Fairy Doll. La coreografia sottolinea esattamente lo stile di Fokine: assolutamente priva di ogni virtuosismo o passo d’effetto, ma ugualmente di difficile esecuzione. Fokine aveva scartato l’idea di stupire il pubblico con passaggi tecnici molto difficili, eppure col suo balletto ottenne uno dei maggiori successi della sua carriera. Infatti, lo svuotamento dai contenuti drammaturgici e l’utilizzo di una tradizione accademica per impaginare motivi astratti di pura tecnica, si sarebbero rivelati le importanti premesse ai futuri balletti di Massine e alle traduzioni visive della partitura concepite da Balanchine. Il pensiero di Fokine, al quale il balletto aderisce, presentava forti tangenze con la concezione della Duncan di un movimento in sintonia con l’istinto umano.

Ci sono state molte altre versioni di questo balletto. Una Chopiniana fu proposta da Ivan Clustine alla Royal Opera House di Londra per la compagnia di Anna Pavlova, della quale fu partner. Anche Nijinsky mise in scena una sua versione di Les Sylphides con una sua coreografia, pur nello spirito di quella di Fokine, su altri pezzi di Chopin orchestrati da Maurice Ravel con scene e costumi esotici di Boris Anisfeld. Nel 1972 Alexandra Danilova ha curato una versione dal titolo Chopiniana con costumi da prova per il New York City Ballet, allo State Theatre di New York, Lincoln Center, con Peter Martins, Kay Mazzo e Susan Hendl. A Roma fu ripreso più volte all’Accademia Nazionale di Danza secondo la proposta di Zarko Prebil.

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