Gioco

Il gioco, affascinante comportamento che sembra essere uno dei più potenti motori evolutivi. Trasposizione simbolica che riproduce azioni e strategie di vita per la vita. Attività serissima la cui unica regola è non  prendersi  sul serio.

La maggior parte degli animali impiega una parte significativa del tempo attivo giocando. Alcune specie giocano solo da cuccioli e da adolescenti, altre giocano per tutta la vita. Il gioco richiede impiego di energia e tempo. Se si pensa poi che spesso questi momenti comportano vulnerabilità ed esposizione al pericolo, è facile intuire perché appartiene ai comportamenti del mondo animale, le cui motivazioni e funzioni sono state e sono tra le più studiate. Secondo gli scienziati è un’attività che riveste un ruolo di importanza rilevante per lo sviluppo degli individui, definibile quindi “necessaria”.

Animal

Esistono diversi tipi di gioco: il gioco motorio, il gioco predatorio, il gioco con oggetti, il gioco sociale.
Il gioco solitario pare essere, invece, affare degli adulti e soprattutto degli umani.
Il gioco allena e sviluppa competenze e capacità, sia fisiche che strategiche, utili alla sopravvivenza.
Il gioco sviluppa le abilità cognitive.
Il gioco richiede e insegna regole, correttezza e lealtà.
Il gioco sviluppa e rinforza le relazioni sociali, la cooperazione tra gli individui e crea un forte senso di appartenenza ed affiliazione. Azioni e segnali ritualizzati attraverso i quali  si apprendono le regole dello stare con “l’altro da sé”.
Un “codice” che consente e permette l’interazione leale, fiduciosa e pacifica anche tra specie diverse.
Non lo trovate bellissimo?

È stato scoperto che l’attività ludica ha e porta con sé tante valenze e tanto valore,  proviamo?
Se ben proposto, il gioco fa squadra. Sono certa che rimarremo sorpresi da quanto benessere può portare un’attività tanto “semplice”.

Informiamoci, chiediamo, leggiamo, esistete una vasta letteratura che tratta questo tema.
Si può “giocare a”, “giocare con”, “giocare per”. Unica certezza è che il gioco richiede etica e presenza, non si può e non si deve barare!
Gli animali sono sempre in buona fede, sinceri e non hanno retro-pensieri. Sono però bravissimi a scrutarci dentro, leggono con disinvolta abilità le vere intenzioni che mettiamo in quello che facciamo.
Se proponiamo il gioco in modo insincero, subdolamente utilizzato al fine di ottenere qualcosa… potete scommettere che nel tempo nessuno giocherà più con noi. Se un animale che appartiene ad una specie che “prevede” il gioco, sembra non saperlo fare o non volerlo fare, quasi sempre vuol dire che qualcosa nella sua esperienza di vita lo ha inibito.

Credo sia interessante e utile sapere che in natura le uniche motivazione che reprimono il gioco sono il disagio e il malessere. Disagio sociale come tensione o paura; malessere fisico come fame, sete o malattia.
Se il nostro “amico” non gioca più o non gioca affatto, chiediamoci il perché. Non stanchiamoci mai di cercare “la chiave e la motivazione” giusta per attivare o riattivare quel “linguaggio non verbale”, quel codice universale chiamato appunto gioco.
Facciamoci aiutare da qualcuno di competenza a scegliere giochi idonei alla specie, alla razza, al carattere, al temperamento, all’età del nostro “amico” e al posto dei soliti “no”, proviamo a dedicare anche solo cinque minuti al giorno al gioco!

Auguro a tutti di “vivere gli amici” e “lasciarci vivere dagli amici” in confidenza, fiducia, complicità, leggerezza e tanta allegria.
Buona Vita!

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