Theme and variations
Theme and variations, con le coreografie di George Balanchine, venne rappresentato per la prima volta in assoluta al “Ballet Theatre, City Center of Music and Drama” il 26 novembre 1947.
Un concentrato sviluppo del lessico del balletto classico, Theme and Variations nacque dall’intento – come scrisse Balanchine – di evocare il grandioso periodo del balletto classico, che fiorì in Russia con l’aiuto della musica di Čajkovskij. Il movimento finale della terza suite orchestrale di Čajkovskij si compone di dodici variazioni.
Il balletto si apre con un ensemble di dodici donne e una coppia principale. Allo svilupparsi del balletto da una variazione all’altra, gli assoli della ballerina e del suo cavaliere sono inframmezzati ai momenti corali. Come in tutti i balletti classici, c’è un passo a due centrale. Troviamo anche una polonaise verso la finale in cui è coinvolto l’intero cast di ventisei danzatori.
In questa creazione del 1947, che venne interpretata al debutto da Alicia Alonso, Igor Youskevitch e l’American Ballet Theatre, Balanchine vuole in un certo senso rendere omaggio al Grand Ballet Pietroburghese e ai suoi massimi cerimonieri, Marius Petipa e Cajkovskij, ma allo stesso tempo tende a mettere in evidenza la linea di demarcazione che esiste tra la concezione coreografica ottocentesca e quella moderna. È infatti evidente che Balanchine, all’interno della sua coreografia, oltre a rimandarci alle rigorose gerarchie e disegni coreografici di Petipa mettendo in scena una coppia principale, quattro demi solistes e otto ballerine del corpo di ballo (alle quali, per la Polonaise finale si uniscono otto danzatori), pone anche come sua principale fonte di ispirazione la virtuosistica partitura di Cajkovskij. È quindi proprio la musica a suggerire al coreografo la coloritura e la struttura delle varie sequenze. Nella seconda variazione, ad esempio, con il vorticoso turbinìo degli archi, la ballerina presenterà un’esplosione di virtuosismo, con dei velocissimi fouettés. La graduale accelerazione della decima variazione, invece, è visualizzata dai repentini passaggi di direzione di braccia e gambe. Infine, la fluente melodia dell’undicesima variazione, introdotta dal violino, è proprio il pas de deux, un meraviglioso dialogo tra i solisti nel quale, attentamente sostenuta dal partner, la protagonista gradualmente porta al culmine l’esposizione di grandi linee ed equilibri.
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