Ricordiamo: possiamo molto di più di quello che siamo abituati a pensare.

I grandi cambiamenti sono niente altro che la somma di tanti piccoli gesti. Ognuno di noi può fare molto. Iniziamoci a pensare.
Mettiamo acqua fresca d’estate ai “randagi”; non dovrebbero esistere, ma ci sono. Mettiamo acqua fresca sui davanzali per gli uccelli. Facciamo attenzione ai rospi. Manteniamo vivibili le aree in cui si insediano i pochi fortunati che sopravvivono agli attraversamenti stradali; sono in estinzione.
Mettiamo sui balconi “fiori attira api”; gli sciami liberi sono diventati una rarità. Aiutiamo i selvatici che, per necessità di sopravvivenza, si spingono fino alle tanto temute città. Segnaliamo la loro presenza; sono animali in difficoltà.
Riflettiamo prima di agire. Pensiamo attentamente, se, quando e con cosa “trattare” un giardino. È un gesto di grande aiuto a molte specie, ad esempio i ricci.
Guidiamo le nostre “arcaiche autovetture” con attenzione. Di notte, in campagna, gli attraversamenti sono molti.
Godiamo del mare e “pensiamolo” per quello che è: una terra sommersa, un enorme contenitore di vita. Una “cicca” in meno in acqua, mai come oggi, fa la differenza.

Impegnare ricercatori e scienziati per farci confermare l’ovvio è uno spreco di risorse preziose. Basta fermarsi un attimo a riflettere. È alla portata di tutti comprendere che gli animali soffrono e provano emozioni. Che la terra ed i suoi abitanti non sono un “corpo a noi estraneo”, non sono un terzo elemento alieno, un film da guardare e poi tutti a casa.
Aspettare che i cambiamenti calino dall’alto, come per magia, è un atteggiamento da superare. La terra ed i suoi abitanti sono un “affare” che ci riguarda da vicino, ne facciamo parte. Un delicato equilibrio da riconquistare.
Come sempre qualcuno penserà “sono solo animali” o “sono solo piante“, dimenticando che il degrado della natura ha inevitabili ripercussioni anche sulla nostra sopravvivenza.
Attenzione al luogo comune del “tanto è tutto inutile”. Dimostriamo che il filo che ci lega alla vita, in tutte le sue forme, non si è spezzato. Dimostriamo di ricordare dove poggiano i nostri piedi quando camminiamo.
Abbiamo percorso tanta strada, ma tanta ancora ne abbiamo da fare. Mai come adesso dipende da noi. Sono certa che, a patto di una ritrovata connessione con quello che ci circonda, una nuova umanità, più aggraziata, attenta e rispettosa, è possibile.