Poco tempo fa, per caso, mi sono imbattuta nelle immagini di un’investigazione realizzata da Animals Angels USA sulle fattorie di “cavalle da sangue“. Ho letto, ho guardato, ho chiuso gli occhi e per un momento ogni fremito della loro pelle è stato il mio. Mia la loro disperazione, mio il loro terrore e mia la loro lenta, dolorosa agonia.

Desidero prestare la mia voce a migliaia di cavalle invisibili e impotenti che “gli animali umani”, in nome del loro unico padrone e signore – il dio denaro – torturano per appropriarsi del loro sangue. Non sono una giornalista, racconterò da essere umano.

Il prezioso “bene” è il sangue delle cavalle incinte, richiesto dalle aziende farmaceutiche perché contiene gonadotropina (PMSG, or Pregnant Mare Serum Gonadotropin), un ormone indispensabile alla produzione di farmaci veterinari utilizzati dagli allevamenti per indurre il calore alle scrofe, il tutto finalizzato ad ottenere una veloce riproduzione.
Pare che nei Paesi dove queste fattorie sono permesse, non sono previsti controlli né sulle quantità di sangue prelevato, né sul modo di farlo, né sulle condizioni di vita delle fattrici.
La macabra pratica consiste nell’attaccare le cavalle a macchine “succhia sangue”. Il sangue prelevato è talmente tanto, che alcune giumente collassano e a volte muoiono.
Le cavalle, a causa della debolezza, spesso abortiscono o vengono fatte abortire senza troppe cerimonie. Quelle che riescono a partorire non sono in grado di allattare. I puledri maschi non servono, vengono soppressi. Le puledre, invece, vengono immesse in produzione.

Le cavalle che sopravvivono a tutto questo, una volta non più fertili, non servono. Destinazione macello.

Se comprenderemo che le loro vite emotive e sociali sono ricche, che essi provano molte delle nostre emozioni, che stabiliscono connessioni emotive con la famiglia e gli amici come facciamo noi, la nostra capacità di provare empatia nei loro confronti potrà aumentare e noi saremo in grado di provare “pietà” per le loro sofferenze“.
Marc Bekoff – Jessica Pierce

Una risposta

  1. Buongiorno Sig.ra Alessandra, grazie per questo articolo che mette in luce questo orrore e questo sopruso inaudito. Poveri animali…dovremmo proteggerli ed amarli.Grazie per la Sua sensibilità, non cambi, resti così com’è. Un saluto, Sara

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